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ANIMP
1973-2013 25°
IMPIANTISTICA ITALIANA
1988-2013








Nel leggere gli articoli pubblicati in questi ultimi 25 anni dalla rivista relativi alla
questione energetica, ho trovato elementi tuttora di attuale interesse che meritano di
essere riconsiderati ancora oggi. La lettura concentrata di lavori pubblicati in un periodo
di 25 anni, ha fatto sì che gli eventi e le evoluzioni tecniche proposti apparissero in mo-
vimento, come in un flm. D’altra parte, sorprende che certi argomenti di fondo, come la
disponibilità di energia, il suo costo per l’industria e le famiglie, la sostenibilità ambientale,
siano sempre all’apice dell’interesse e sostanzialmente mai pienamente risolti.
Negli articoli pubblicati, la parte del leone l’ha sempre fatta l’energia elettrica, dalla pro-
duzione alla distribuzione, anche se non sono mancati articoli sui combustibili, sulla loro
disponibilità, accessibilità e sicurezza di approvvigionamento da aree geografche remote
e politicamente problematiche.
Le varie tecnologie di produzione sono state argomento di trattazione tecnico scientifca,
man mano che diventavano suscettibili di risolvere le problematiche di mercato che di
volta in volta si presentavano:
i cicli combinati a gas sono stati protagonisti negli anni ’90, quando divenne necessario
adeguare rapidamente la capacità produttiva del parco italiano alle previsioni di consumo;
la carbon capture and storage è diventata popolare, almeno nella letteratura tecnico-
scientifca, grazie alle spinte ambientali intese a mitigare le emissioni di gas serra, e anche
alla necessità di ricercare un mix di combustibili più competitivo; tuttavia, non ha avuto un
corrispondente seguito nelle applicazioni industriali.;
il nucleare ha generato effmere fammate di entusiasmo tra i tecnici nei periodi in cui i go-
verni sembravano aprire a questa tecnologia, ma non è mai stato in grado di convincere
gli italiani della sua affdabilità e sicurezza per l’ambiente e per la popolazione (anche per i 389
pochi ma intempestivi incidenti che nel frattempo succedevano nel mondo);
più di recente, le energie rinnovabili hanno occupato la scena: sul piano prettamente
della capacità produttiva; si può dire che energia eolica, biomasse e fotovoltaico, spe-
cie quest’ultimo robustamente incentivato, hanno ottenuto successo pieno. Non si può
tuttavia negare che i costi sostenuti per incentivarle hanno contribuito a incrementare il
costo medio del’energia fornita agli utenti, spesso senza benefci importanti sul “sistema
Italia”, in termini di ricadute tecnologiche o di margini trattenuti nel nostro Paese.
La tendenza, anche italiana, a non gradire impianti di generazione sul proprio territorio
(questo si applica anche ad altre tipologie di impianti produttivi) ha determinato la prassi
che i nuovi impianti venissero costruiti dove la popolazione e l’amministrazione locale lo
permettevano e non, come sarebbe stato logico, dove il mercato lo richiedeva. Questa
pratica ha determinato sul territorio sbilanciamenti tra produzione e domanda, che hanno
aggravato strozzature e congestioni di rete, fno al punto da rendere qualche volta impos-
sibile dispacciare la stessa energia prodotta da fonti rinnovabili.
Le nuove sfde oggi riguardano le problematiche relative all’ottimizzazione della capacità
della rete di accogliere, dispacciare ed eventualmente stoccare energie rinnovabili o co-
munque non programmabili.
Un’altra considerazione che rende impietoso l’esercizio di rileggere quanto scritto in pas-
sato riguarda le previsioni: si sa che le previsioni sono necessarie, quando si devono
orientare investimenti costosi, che dovranno dare un ritorno in tempi lunghi, di qualche
decennio e gli investimenti nel settore energetico appartengono, di norma, a questa ca-
tegoria. Salta però all’occhio che spesso intervengono fattori di diffcile prevedibilità, quali
cicli economici negativi, o vere e proprie crisi, che stravolgono i criteri predittivi basati sul
business as usual: si pensi per esempio, a quando, nei primi anni 2000, si riteneva plau-
sibile che il fabbisogno di gas naturale raggiungesse picchi poi non verifcatisi.
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