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da demarcare e molte metodologie di verifica ma-  mazioni che non sono approssimabili secondo
            nuale, seppur efficaci e dotate di notevole eleganza   il limitato modello di input previsto dal softwa-
            formale, sembrano essere ormai relegate ai libri di   re;
            storia dell’ingegneria[7].                •   incompatibilità tra i differenti protocolli e/o for-
                                                         mati adottati dai principali software e sistemi
                                                         di calcolo, con approssimazioni talvolta inade-
            Il rovescio della medaglia                   guate  che favoriscono  l’errore (per esempio,
                                                         l’output dell’applicativo di verifica strutturale
            Qualsiasi analisi oggettiva di un argomento così ar-  A è solo parzialmente compatibile con l’input
            ticolato come il legame tra ICT e ingegneria non   del programma di stress-analysis B: nella con-
            può prescindere da una riflessione critica che ne   versione/integrazione dei dati, alcuni parametri
            vada a sottolineare non soltanto gli ovvi vantaggi   risultano falsati in modo non sempre evidente);
            pratici, ma anche (e soprattutto) i punti deboli, le   •   software proprietari sviluppati ad hoc per con-
            sbavature e i limiti dettati, in primo luogo, dall’ine-  to di aziende di settore che, tuttavia, operano
            vitabile discrepanza tra modelli teorici e prassi at-  secondo criteri non direttamente verificabili
            tuativa, tra “brochure patinata” e performance reali.   e, soprattutto, producono output a tal punto
            Questa consapevolezza - ossia, che la leva strate-  sommari da risultare criptici;
            gica offerta dalle tecnologie d’avanguardia non è   •   sistemi non scalabili, ossia  ottimali per anali-
            né infallibile[8] né antifragile[9] - è, se vogliamo, il   si locali (magari un software FEA pensato per
            primo e più importante strumento a disposizione   gestire un modesto numero di nodi per volta),
            del professionista per orientarsi in una dimensione   applicati impropriamente a situazioni molto
            che offre molte soluzioni  (di certo non  tutte), ma   complesse (come superfici che richiedono un
            - al tempo stesso - richiede una considerevole, co-  mesh estremamente raffinato);
            stante competenza raggiunta attraverso la forma-  •   software giunti a fine-vita (“dead tracks”, “bina-
            zione e la sperimentazione diretta.          ri morti”) ormai privi di aggiornamenti normativi
            Questo ragionamento, beninteso, non può pre-  e/o di una qualsiasi forma di supporto tecnico,
            scindere da un assunto ancor più rilevante e fon-  ma ancora utilizzati in mancanza di risorse per
            dativo, ossia che raramente “la mappa rappresenta   consentire di sperimentare delle alternative;
            il territorio”, vale a dire che la realtà ben difficilmen-  •   la rapida obsolescenza che caratterizza l’har-
            te sarà approssimabile (o incline a conformarsi) al   dware ICT, soprattutto nei contesti operativi
            più raffinato dei modelli virtuali: da ciò, la necessità   più impegnativi (per esempio Ex/ATEX, petrol-
            di riuscire a razionalizzare e gestire questo divario   chimico RIR ecc.) e il conseguente degrado/
            che, sovente, assume la forma di un persistente er-  discontinuità dell’affidabilità dei dati rilevabili, a
            rore amplificato da un bias di conferma che affligge   meno di non attuare una costante attività pre-
            non pochi specialisti.                       ventiva e manutentiva.
            Ed è, appunto, applicando la teoria degli errori e
            studiando al contempo il processo di propagazione
            dei guasti nei sistemi informatici che si giunge a svi-
            luppare una necessaria cautela nei confronti di reti  I confini dell’ICT
            sempre più articolate di cui risulta difficile (talvolta   Gli assunti sin qui proposti, validi nella sfera ordi-
            impossibile) individuare tempestivamente le even-  naria di un ambiente professionale moderno, in-
            tuali derive[10], imponendo - quantomeno - il ricor-  terconnesso e culturalmente omogeneo, si fanno
            so alla tradizionale ridondanza di controlli, oltre alla   più incerti nel momento in cui si getta lo sguardo
            verifica incrociata dei passaggi fondamentali, con   su realtà produttive ancora prive dell’accesso alle
            metodi distinti e non sovrapponibili, ovvero con eu-  medesime opzioni in termini di istruzione tecnica
            ristiche abbastanza semplici da poter intercettare   e connettività: è il caso di intere regioni povere di
            almeno i segnali reputati più critici.    infrastrutture (il che non si limita solo al fenomeno
            Se ne trae, in sintesi, un monito a conservare un   del  “digital  divide”,  ma  si  estende  alla  mancanza
            approccio professionale di massima improntato a   di strade, ferrovie, linee telefoniche affidabili ecc.),
            un equo scetticismo, da intendersi come tenden-  quanto ricche di risorse naturali, in cui l’approccio
            za a non cadere preda di facili entusiasmi anche a   locale all’impiantistica rimane, giocoforza, quello di
            fronte di risultati preliminari promettenti e, soprat-  vent’anni fa.
            tutto, di una crescente disponibilità di informazioni   In questi casi, la scelta e l’introduzione di nuove
            all’apparenza così completa e copiosa da indurre   tecnologie segue priorità improntate necessaria-
            a  spingere  al limite  i  propri  strumenti  previsionali   mente a garantire i servizi essenziali, mentre il diva-
            senza considerarne il margine di fallacia residuale   rio formativo in materia di progettazione integrata
            intrinseca che può derivare da:           deve essere risolto per gradi:
            •   limiti  epistemici  nell’effettiva  comprensione   •   contemplando un transitorio ritorno a metodo-
                del problema reale, approssimato e modellato   logie operative giudicate “datate” e, al contem-
                sulla base di informazioni parziali, contraddit-  po, impiegando soluzioni retrocompatibili che
                torie o sbagliate (come la comunicazione con   consentano di stabilire un terreno comune da
                il committente inefficace o, comunque, incom-  cui prendere le mosse;
                pleta, e ciò si riflette sulla qualità dell›analisi);  •   adeguandosi  alla  curva  di  apprendimento
            •   tendenza  a  scotomizzare/tralasciare  le  infor-  generazionale caratteristico delle professioni



                                                                                  Impiantistica Italiana - Gennaio-Febbraio 2023  57
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