Page 71 - Impiantistica Industriale - Settembre Ottobre 2014
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è apprezzata all’estero non solo nei com-

parti delle tre tradizionali “f” (food, fashion

e furniture), ma anche quando si parla di

tecnologie, quali i sistemi di sicurezza,

l’automazione, gli impianti elettrici e i com-

ponenti elettronici.

Nei nostri comparti ci sono allora solo fat-

tori che nel fare impresa contano molto

di più rispetto a risparmiare qualche sol-

do sui costi, quali la qualità del prodotto,

il suo aggiornamento tecnologico, il suo

potenziale di competitività in un mercato

Fig. 1 – Numero di rientri produttivi a livello globale nell’ultimo de- dove le esigenze del cliente cambiano di
cennio (Fonte: Uni Club MoRe Back-reshoring Research Group per continuo. E le nostre aziende se ne sono
Anie Confindustria) accorte da tempo: non per niente i settori
rappresentati nell’ambito della nostra Fe-

derazione costituiscono il 20% dell’intero fenome-

Abbastanza prevedibile constatare che, no del back reshoring a livello italiano” (figura 3).
a livello nazionale, i Paesi méta della
delocalizzazione produttiva italiana sono
Cina, Asia ed Est Europa, e proprio da Perché si rientra in Italia
questi Stati si tende quindi a tornare di più
Dall’indagine sul tema, condotta presso le aziende

associate, si evince che le ragioni che hanno spinto

del previsto: ogni dieci aziende, tre hanno deci- a un rientro produttivo in patria sono, in ordine di

so di intraprendere processi di multilocalizzazione importanza:

all’estero, ma di queste una è già rientrata in pa- • il minore controllo qualità della produzione

tria (figura 2). all’estero (segnalato da un terzo delle aziende

Un effetto collaterale di particolare importanza che hanno rilocalizzato);

in settori a elevata specializzazione tecnologica • la necessità di avvicinare le produzioni ai cen-

come l’elettrotecnica e l’elettronica appare la dif- tri di Ricerca & Sviluppo italiani (che ottiene il

ficoltà nel portare a termine un accurato control- 25%);

lo qualità dei prodotti, nonché la loro certificata • l’aumento dei costi della logistica (secondo il

origine italiana. Infatti, l’etichetta “made in Italy” è 22% del campione).

ancora un valore aggiunto e l’eccellenza italiana

Abbastanza prevedibile constatare che, a livello

nazionale, i Paesi méta della delocalizzazione pro-

duttiva italiana sono Cina, Asia ed Est Europa, e

proprio da questi Stati si tende quindi a tornare di

più. Si tratta comunque di un fenomeno che, al

contrario di quanto si possa pensare, non interessa

solo le grandi multinazionali, ma anche le piccole e

medie imprese, una dimensione aziendale che di

fatto è la vera forza del tessuto produttivo italiano

(figura 4).

Inoltre, le aziende che hanno intrapreso movimen-

ti di back reshoring appaiono più propense all’in-

novazione di processo e di prodotto e più aperte

ai cambiamenti dell’organizzazione aziendale che

i nostri tempi impongono a tutto il manifatturiero,

come emerge dallo studio. Il 60% delle aziende

che sono rientrate dichiara l’avvenuta adozione di

tecnologie ICT e ITS (Internet of Things and Servi-

ces), contro una percentuale inferiore di dieci pun-

ti sul totale delle aziende Anie intervistate. Fra di

esse, inoltre, nessuna si dichiara non interessata a

Fig. 2 – Ragioni considerate “molto rilevanti” dalle imprese di Anie che hanno queste trasformazioni.
intrapreso nel periodo dal 2009 a 2013 processi di localizzazione produttiva Secondo addirittura il 90% delle aziende che
all’estero; in % sul totale delle risposte delle imprese (risposta multipla) (Fon- sono rientrate, inoltre, l’investimento in Ricerca &
te: indagine rapida tra le imprese socie di Anie) Sviluppo è stimolato soprattutto al miglioramento

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