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In Italia c’è un’innovazione che non ha paura del • determinare i tempi ottimali per la crescita;
mercato. Mentre molti aspettano o rinunciano a • determinare i momenti migliori di passaggio di
quotarsi in Borsa, c’è un’azienda che ci crede.
È la bolognese Bio-on. L’azienda, che detie- coltura da una fase vegetativa a quella suc-
ne numerosi brevetti sul polimero Minerv®, ha cessiva.
messo a punto una vasta gamma di plastiche
Fig. 1 - Fermentatore di laboratorio
biodegradabili con applicazioni che spaziano dal
Fig. 2 - Panoramica dell’impianto pilota di Minerbio (in pro-
biomedicale all’automobile e al design, tutti mercati vincia di Bologna)
in fortissima crescita. Una plastica 100% “bio,” che Le fasi iniziali di fermentazione sono avvenute con
fermentatori da banco, in vetro (figura 1). Il brodo
non inquina. Questa la mission che si è dato l’im- produttivo, ottenuto con il fermentatore di labora-
torio, è stato utilizzato per le prove preliminari di
prenditore Marco Astorri dal 2007, anno di nascita recovery.
Evidentemente, le materie prime utilizzate in labo-
di Bio-on. ratorio sono esattamente quelle impiegate nella
fase pilota prima e che saranno poi utilizzate per
Un’idea potenzialmente rivoluzionaria. Non nasce l’impianto industriale
Partendo dai dati ottenuti nel fermentatore di la-
in un garage americano, ma sulle Dolomiti, come boratorio si è trasferito il processo alla fase pilota.
È stato all’uopo realizzato, sempre a Minerbio, un
risposta alla domanda: come smaltire i tanti sky impianto pilota, comprendente tutte le unit opera-
tion necessarie per la verifica e la messa a punto
pass che gli sciatori gettano sulla neve e riemergo- del processo (figura 2).
Una delle fasi della tecnologia per le quali è stata
no sui prati quando questa si scioglie? necessaria una particolare attenzione in fase pro-
gettuale e sperimentale è stata quella relativa alla
La risposta è stata trovata nei batteri. Alimentare sterilizzazione e alla preparazione del coprodotto
da zuccherificio da alimentare come materia prima
con gli scarti della produzione di zucchero da bar- all’impianto e che, dalla fase di sterilizzazione con
babietola una particolare coltura di batteri che pro-
ducono il polimero Minerv. Estrarre questa materia,
che ha la medesima resistenza termica e mecca-
nica della plastica tradizionale (poliolefine, policar-
bonati ecc.), ma è biodegradabile e ha applicazioni
che variano dal biomedicale all’automotive.
Questa, in estrema sintesi, la storia di Bio-on e del-
la serie di polimeri Minerv da essa brevettati.
Di seguito vogliamo dare alcuni cenni sul processo
e sull’aspetto impiantistico di questa nuova tec-
nologia che include, e fonde, aspetti interessanti
dell’impiantistica biotecnologica,
di quella alimentare e di quella
La risposta è stata tradizionale dell’industria dei po-
trovata nei batteri. limeri.
Alimentare con gli Entusiasmati dall’idea di trovare
un polimero veramente “bio” e
scarti della produzione cioè derivante da materiali natu-
di zucchero da rali, senza sottrarre materie pri-
barbabietola una me all’alimentazione, che fosse
particolare coltura di producibile senza l’impiego di
batteri che producono solventi organici, e che fosse re-
il polimero Minerv almente biodegradabile in acqua,
i due soci Astorri e Cicognani, si
diedero da fare a ricercare cosa
fosse disponibile in materia bre-
vettuale relativamente alla loro
idea. Furono trovati dei brevetti americani relativi
alla produzione di PHA (poli-idrossi-alcanoati), an-
cora non sfruttati per i quali furono acquistati i diritti.
La strada per arrivare alla produzione industriale era
ancora lunga: costituita la Società Bio-on, Astorri e
Cicognani, assunsero degli esperti in biochimica,
istallarono un laboratorio a Minerbio (in provincia di
Bologna) e, in collaborazione con università italiane
e americane, portarono avanti la ricerca giungendo
a risultati soddisfacenti in vitro.
La sperimentazione iniziale, avvenuta con prove di
laboratorio a partire da succhi zuccherini, prima su
agar terreno e poi su terreni liquidi, ha permesso di:
• ottimizzare la linea cellulare specificamente
per le fonti di nutrimento utilizzate;
Impiantistica Italiana - Maggio-Giugno 2015 39