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sono più esposte a concorrenza e compressione dei si caratterizzano per una minore produttività e per
margini. un maggior costo del lavoro per unità di prodotto
Anche sul fronte degli investimenti in uscita siamo an- (CLUP). Questo, a causa delle specificità del tessuto
cora piuttosto indietro, specie per quanto riguarda gli produttivo: tante piccole imprese a carattere familia-
investimenti diretti all’estero (IDE): 2,1% la quota di im- re. Tuttavia, il problema non è tanto nella proprietà
prese lombarde coinvolte in IDE nel 2013 contro valori (la quota di imprese familiari supera il 50% in tutte
attorno al 5% registrati in Bayern, Baden-Württemberg le regioni analizzate) quanto nella gestione. In Lom-
e Cataluña. bardia, le imprese che hanno tra i manager unica-
mente membri della famiglia proprietaria sono circa
La poca propensione a una presenza diretta i due terzi del totale, contro una media nelle altre
all’estero rappresenta un ostacolo nel poter regioni europee pari a poco meno del 50%. Manca
cogliere importanti occasioni: sono infatti dunque una vera cultura manageriale. Di fatto, solo
sempre più frequenti le situazioni di mercati nel 14,6% delle imprese lombarde le decisioni stra-
“protetti”, che impongono una certa quota di tegiche sono decentralizzate, quota che si riduce al
10% nel caso delle imprese familiari.
local content nelle produzioni Internazionalizzarsi richiede un’evoluzione delle
competenze d’impresa, tanto maggiore quanto più
La poca propensione a una presenza diretta all’estero complessa è la modalità scelta e l’inadeguatezza
rappresenta un ostacolo nel poter cogliere importanti (quantitativa o qualitativa) del personale dedicato
occasioni: sono infatti sempre più frequenti le situazio- alle attività di internazionalizzazione risulta essere
ni di mercati “protetti”, che impongono una certa quo- spesso una delle barriere principali all’internazio-
ta di local content nelle produzioni offerte sul mercato. nalizzazione.
Un requisito che si va affermando in tutti i settori e che
mira non solo a garantire occupazione locale, ma so- La conoscenza, intesa in un’ottica
prattutto a favorire lo sviluppo imprenditoriale locale e interdisciplinare, rappresenta un fattore
il trasferimento di tecnologie e competenze. strategico indispensabile per la competitività
Questi ultimi due punti sono molto critici e implicano delle imprese, necessaria per affrontare i
da parte dell’azienda e dell’imprenditore che vogliono mercati esteri, soprattutto quelli in contesti
localizzarsi all’estero un’attenta analisi del mercato, dei
partner e di tutti i rischi e benefici comportati da que- complessi, mutevoli ed emergenti
sta decisione, per evitare ricadute negative sulla per-
dita di know-how, reputazione e clienti. Assolombarda La conoscenza, intesa in un’ottica interdisciplinare,
– attraverso “Club Paese” – sta cercando di fornire, rappresenta un fattore strategico indispensabile per la
mediante le esperienze di successo già consolidate, competitività delle imprese, necessaria per affrontare i
gli strumenti per supportare le aziende che vogliono mercati esteri, soprattutto quelli in contesti complessi,
stabilirsi in Paesi esteri. mutevoli ed emergenti. Conoscenza intesa non solo in
senso tecnico e settoriale, ma anche come possesso
Migliorare l’efficienza produttiva e favorire di informazioni sulla cultura, i rapporti sociali, le esi-
una partecipazione “qualificata” alle catene genze e le usanze locali e, in senso geopolitico, come
analisi degli equilibri della regione a cui appartiene il
del valore globali è un obiettivo di policy Paese partner.
chiave per stimolare più ampi e diversificati Innovazione è la parola chiave che va declinata non
solo in termini tecnici per migliorare prodotti e tecni-
processi di internazionalizzazione che produttive ma anche, e in alcuni casi soprattutto,
in termini di modifiche nella struttura interna e/o alle
Migliorare l’efficienza produttiva e favorire una parteci- attività di marketing e commercializzazione e relazioni
pazione “qualificata” alle catene del valore globali risul- con la clientela. Tale tipologia di innovazione, cosiddet-
ta dunque un obiettivo di policy chiave per stimolare ta “organizzativa”, svolge un ruolo chiave nei processi
più ampi e diversificati processi di internazionalizzazio- di organizzazione aziendale necessari a fronteggiare le
ne del sistema delle imprese. Per far ciò, è necessa- nuove sfide competitive. Di fatto, le imprese che pre-
rio procedere attraverso adeguati interventi a livello di sentano un grado di partecipazione medio-alta alle
strategia aziendale, che portino alla creazione di una GVC hanno già alle spalle importanti percorsi di inno-
vera cultura manageriale. vazioni organizzative.
Infine, da non sottovalutare, i vincoli derivanti dalla di-
*** mensione aziendale, per cui in molti casi aggregarsi di-
Quali sono allora le cause alla base di questo ritardo venta un imperativo. La piccola dimensione, abbinata
e partecipazione poco “qualificata” alle catene del va- alla necessità di dotare l’impresa di funzioni in grado
lore globali, e quali le leve strategiche sulle quali agire di sviluppare un’azione commerciale solida, continua
per migliorare il posizionamento sui mercati esteri in e capillare, richiede lo sviluppo di strategie “collabo-
generale? rative”.
Rispetto ai competitor europei, le imprese italiane
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