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In ricordo del prof. Armando Monte
Con profonda tristezza comunichiamo la scomparsa del prof. Armando Monte nel gennaio
scorso.
La sua carriera, prima professionale come impiantista in azienda e poi come docente
strutturato al Politecnico, è stata lunga e profi cua. Passò negli anni ‘80 dal ruolo del Libero
docente a Ordinario e avviò il Gruppo di Impianti Industriali Meccanici del Politecnico di
Torino.
La sua carriera professionale lo ha portato alla Direzione della Sezione Impianti della Fiat
Engineering: la maggior parte degli stabilimenti Fiat nel mondo tra gli anni ‘60 e gli anni ‘80
portano un suo contributo.
Oltre alla persona, con i suoi tratti caratteristici e sicuramente mai inosservati, il ricordo di molti
di noi è indiscutibilmente legato al libro Elementi di Impianti Industriali I e II nelle sue diverse
edizioni dagli anni ‘70 al 1996. “Il Monte”, come molti di noi lo chiamavano, è stata la base di
studio di alcune generazioni di impiantisti universitari e professionali. Ha inoltre sicuramente
trasmesso l’ampiezza dei temi, la loro complessità e una visione di tipo sistemistico, di cui oggi
c’è ancor più necessità.
È stato tra i fondatori del Gruppo Universitario degli Impianti Industriali Meccanici e, pur
essendo stato come detto un impiantista totale, è stato tra i primi a introdurre i temi del
Project Management, delle valutazioni economiche applicate all’impiantistica, nonché le
nozioni di logistica industriale.
Molteplici le collaborazioni con le associazioni vicine, tra cui l’ANIMP e l’AILOG. In particolare
con ANIMP contribuì alle prime iniziative formative sul Project Management.
Ma Armando Monte, e pochi lo sanno, era un cultore di materie molto ampie. Legato
al suo territorio di origine, le Langhe, spese molto del suo tempo nella valorizzazione di
quella regione. Scrisse libri sulle architetture tradizionali, non essendo cuoco sulla cucina
della tradizione piemontese, produttore di vino eccelso e infi ne stimolatore nell’Albese di
interessanti dibattiti sugli sviluppi auspicabili, non ultime le infrastrutture che ancora oggi
sono critiche per il territorio.
Carlo Rafele
12 Impiantistica Italiana - Marzo-Aprile 2018