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tiamo ai giovani laureati che, cresciuti nel
mondo del lavoro, conservano con il Poli
un rapporto speciale, un senso di appar-
tenenza che ci rende orgogliosi e che ci
spinge a fare ancora meglio.
È con questo spirito che rimaniamo “ac-
cesi”, attenti e aperti al cambiamento, ben
inseriti in un contesto che, fortunatamen-
te, ci è da sempre favorevole. Nel corso
dei nostri 153 anni di vita Milano è stata
una compagna eccezionale, una certezza,
un punto di partenza e di arrivo, una città
che non ha mai smesso di stupirci. Negli
ultimi anni all’ombra della Madonnina sono
avvenuti dei cambiamenti straordinari. Dai
grattacieli del centro urbano alla rinascita
delle periferie, Milano ha saputo rinnovar-
si con uno slancio che non ha confronto.
Oggi è, al pari di Berlino o Barcellona, un
punto di riferimento europeo in tema di in- grande vitalità. È aumentato il numero di difficile che un visiting professor di fama
novazione. È una città moderna e attratti- studenti che sceglie di studiare a Milano e internazionale volesse passare un anno a
va dalla quale le università traggono una al Politecnico. E se negli anni addietro era Milano, oggi, al contrario, ci viene molto
volentieri.
Recentemente, il Politecnico di Milano
ha sviluppato e annunciato un nuovo
Piano Strategico triennale. Quali sono
le direttrici principali di sviluppo?
Il Piano Strategico non è una novità di per
sé. Quello che abbiamo cercato di fare è
stato dargli una veste comunicativa. Per
questo lo abbiamo voluto snello, di facile
lettura, con un linguaggio semplice e chia-
ro. Il Piano è stato prima condiviso e poi
distribuito all’interno dell’Ateneo, perché
questi sono gli obiettivi che ci accomuna-
no e che ci vedono impegnati, ciascuno
per la propria parte. Lo abbiamo poi reso
pubblico per gli stessi identici motivi, per
rispondere a chi, soprattutto le imprese,
spesso ci chiedeva “dove sta andando il
Politecnico?”, aspettandosi una risposta
breve e comprensibile. Il Piano è poi lega-
to direttamente alle attività delle autorità
competenti della Pubblica Amministrazio-
ne e ai loro obiettivi. È essenziale, infatti,
che tutti si sentano parte di questo pro-
getto.
Più nello specifico, il Piano traccia le no-
stre priorità, prime fra tutte la formazione
e la ricerca. Soprattutto, mette in relazione
le azioni proposte con la verifica dei risul-
tati, indicando alcuni KPI per ogni singola
macro area, in modo da non perdere mai
di vista gli obiettivi.
Non trascura poi alcuni punti che difficil-
mente possiamo tradurre direttamente in
numeri. Mi riferisco all’attenzione verso gli
aspetti motivazionali che spingono docen-
ti e studenti a dare il meglio di sé in un
contesto che è spesso limitato nelle risor-
se. Mi riferisco alla capacità di combinare
una forte preparazione tecnica di base con
l’apertura alle scienze umane e alla mul-
Impiantistica Italiana - Settembre-Ottobre 2018 17