Page 124 - index
P. 124
Mercato e Filiera
dei contrattisti all’inizio del nuovo millennio, fruitori di copiose codifcazioni interne per i
diversi materiali, che attendevano la “rivoluzione dall’alto”, dai vertici aziendali, rinuncian-
do forse a speranza e visione di un ruolo propositivo (Pepori, luglio/agosto 2000).
E ancora l’analisi di nuove forme di collaborazione individuate in accordi di collabora-
zione a lungo termine tra partners-to-be, tesi a ottimizzare tempi e risultati quantitativi
e qualitativi con obiettivo di proftto per tutti i partner, in antitesi con l’imperante logica
del my gain – your loss, costosa e defnita con termini squisitamente ingegneristici, ma
decisamente chiari e sintetici, come “entropicamente dissipativa” (Picciotti, maggio/
giugno 2001).
Nel contempo Animp (mai doma verrebbe da dire) continuava a proporre studi di settore,
come lo “Speciale Componentistica”, pubblicato su Impiantistica Italiana luglio/agosto
2001 e replicato in versione aggiornata e più completa l’anno successivo (luglio/agosto
2002), per divulgare conoscenza di prodotti e produttori, innovazione e ricerca, presenti
e disponibili nel nostro mondo di eccellenza.
Un’opera non fne a se stessa ma, come chiaramente indicato nella relazione alla cerimo-
nia di conferimento del “Premio Animp per l’impiantistica”, resa necessaria dai mutamen-
ti di mercato intervenuti successivamente all’epopea delle società di ingegneria italiane
negli anni ’60 quando esse, forti della propria riconosciuta competenza e dei vantaggi
tecnologici, erano in condizione di scegliersi i clienti, situazione drasticamente mutata già
all’inizio degli anni 2000 (Gatti, maggio/giugno 2001).
Situazione drammaticamente attuale, come l’autore della relazione continua a evidenziare
ravvisando i limiti della sopravvivenza dell’impiantistica italiana a dieci anni massimo da
oggi in assenza di un ritrovato vantaggio tecnologico/gestionale (Gatti in varie riunioni e
presentazioni).
Nel 2002 di nuovo un tentativo di defnire più in dettaglio i concetti di fliera – con l’indivi-
duazione di fornitori e montatori come designated partner dei contrattisti, più che vendor
o subcontractor, già dal momento della preparazione dell’offerta – e di risk management,
126 a partire dalla gestione del rischio contrattuale.
Individuavamo la cosciente gestione di clausole rischiose per salvaguardare margini o
asset societario (Bonadies, luglio/agosto 2002).
Nel 2003 la componentistica italiana si domandava nuovamente quali fossero le strategie
di crescita a fronte di un mercato globale che richiedeva impianti più complessi e quindi
aziende intrinsecamente più forti per realizzarli.
Risposta ravvisata in dotazione di nuove tecnologie di prodotto e/o di processo, prezzi
competitivi, strutture societarie diversifcate, internazionalizzate e patrimonialmente soli-
de: in altre parole “massa critica”.
E come realizzare questa strategia?
Con alleanze e fusioni che imponessero rinuncia alla storica identità aziendale (Ribolla,
gennaio/febbraio 2003)?
Con lavoro in comune con i contrattisti per giungere a global agreements?
Con mutual trust su base fduciaria personale o su base tecnico-scientifca a parametri
disvelati (Pepori, luglio/agosto 2003)?
Con riduzione indiscriminata dei costi con potenziale pregiudizio della qualità delle forni-
ture e aumento dei rischi delle commesse impiantistiche, con formulazione di recovery
plan, con ricorso a lesson learned e con stipula di global engineering and procurement
agreements (Lopez, settembre/ottobre 2003)?
Poteva l’analisi storica dell’impiantistica italiana dal pionierismo artigianale ai general con-
tractor Internazionali aiutare a trovare le risposte giuste (Piattoli, settembre/ottobre 2003)?
In tema di fliera riemergeva con forza “l’importanza di fare sistema” (Gemme, novembre/
dicembre 2003).
Tra le proposte attinenti ancora una volta si prospettava quella delle alleanze tra contrac-
tor e fornitori con esempi specifci dalle fasi di studio di fattibilità e offerta, contrapponen-
do i concetti di standard approach e alliance approach (Ferri, Rossi, novembre/dicembre
2003).
Nel ripensare la relazione tra contractor/owner/fornitori i contenuti contrattuali si poneva-
no come key issue nel defnire un rapporto risk/reward più equo e bilanciato, con contratti
che più frequentemente eliminavano o mitigavano il rischio cambio, includevano mec-
canismi di indicizzazione a protezione della futtuazione dei prezzi delle materie prime e