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scelta e l’acquisizione furono quasi naturali. I clienti
accolsero positivamente l’operazione, credettero
molto in questo ‘ibrido’, nella combinazione della
inventiva e dello spirito di servizio toscani e italiani
con la metodologia americana: ognuno vi leggeva
qualcosa di positivo e di innovativo.
Prima di questa acquisizione, agli inizi della
sua carriera, lei era il rappresentante di Nuovo
Pignone negli Stati Uniti. Come vi vedevano,
allora, le major americane?
Ho vissuto a Houston per tutti gli anni ’90 e ho par-
tecipato in modo pieno e diretto alla transizione da
Nuovo Pignone a GE. Inizialmente, erano poche le
società americane che ci conoscevano, nonostan-
te avessimo – come parte del gruppo Eni – una
presenza globale già dagli anni ’70. L’atteggia-
mento dei clienti americani allora era molto nazio-
nalistico, c’era insomma una certa resistenza nei
confronti delle società straniere, temendo potes- e apprezzare. La mia soddisfazione più grande fu Un modulo industriale di
sero non essere capaci di soddisfare gli standard il riconoscimento del valore di Nuovo Pignone e la BHGE
tecnici e qualitativi americani. Tuttavia, come Nuo- conquista di un ruolo e merito propri nel settore oil
vo Pignone, eravamo visti con una certa simpatia & gas.
in quanto società italiana, un po’ provinciale forse,
ma flessibile, imprenditoriale e innovativa. Certo, le E oggi?
difficoltà erano tante, soprattutto nelle comunica- Oggi, contiamo più di 25 anni di ottime referenze
zioni a distanza: eravamo ai primordi dell’uso del in tutti i mercati del mondo. Il mercato ci riconosce
fax, una situazione molto diversa dal mondo iper come un’eccellenza, sia come OEM che come for-
connesso in cui siamo immersi oggi. Comunque, nitore di soluzioni complesse, grazie anche al gran-
chi visitava lo stabilimento di Firenze comprende- de portafoglio di prodotti, servizi e soluzioni molto
va immediatamente il valore della società. Dopo le innovative sia tecnologiche che commerciali.
cautele iniziali, arrivò una grande stima. Con l’ac-
quisizione da parte di GE cambiò tutto. Finalmente Da quello che si vede da fuori, la vostra azien-
ci vedevano ‘americani’, il branding di GE in questo da è un mix interessantissimo tra la leader-
aiutò moltissimo. Il nostro rapporto, proficuo origi- ship mondiale in certi settori, vedasi LNG, e
nariamente solo con un numero ristretto di interlo- una presenza manifatturiera molto radicata in
cutori, lo diventò su più ampia scala. In fondo, l’ap- Toscana – un mix ‘Global and Tuscan’. Come
proccio americano è molto pragmatico: quando funziona questo dualismo?
quel mondo incontra del valore, lo sa riconoscere Premetto che oggi abbiamo stabilimenti in Cala-
Un modulo industriale nel
cantiere BHGE Nuovo Pi-
gnone di Avenza
Impiantistica Italiana - Maggio-Giugno 2019 21