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Mozambico, sfida e opportunità per Saipem
Saipem e il Mozambico, due identità, un unico valore: favorire lo sviluppo sostenibile e la transizione energetica, passando
attraverso i fattori ESG e la creazione di valore per tutti gli stakeholders. In Mozambico, Saipem si è aggiudicata
un importante progetto LNG, per la costruzione di due treni di liquefazione di gas naturale. Una commessa di cui
Saipem risulta capofila con una quota del 65% per un valore di circa 6 miliardi di dollari. Una grande sfida per Saipem,
data la complessità del progetto e del territorio, ma anche una grande opportunità per favorire lo sviluppo sostenibile.
Il Mozambico è destinato entro pochi anni a diventare il secondo «hub” mondiale del gas dopo il Qatar, e si propone quale crocevia
dei nuovi flussi commerciali da Est verso Ovest.
Tutto questo è emerso durante l’Open Talks di Saipem, sul tema «Mozambico: tra transizione energetica e nuovi equilibri
geopolitici”, che si è svolto lo scorso giugno in videoconferenza, via webinar, a causa delle restrizioni imposte dal Covid-19.
“Il progetto Mozambique LNG è strategico per Saipem perché ci permette di essere presenti in un Paese che sta emergendo
nello scacchiere energetico internazionale e si sta ritagliando un ruolo da protagonista nella transizione energetica in atto.», ha
sottolineato Stefano Cao, amministratore delegato Saipem, aggiungendo che questo Paese “rappresenta una nuova sfida” per
l’azienda, che punta a “punta ad accompagnare il Paese verso un percorso di sviluppo economico e infrastrutturale e di crescita
sostenibile”.
“La chiave strategica è come accompagnare al meglio transizione energetica”, ha affermato Cao, parlando anche di resilienza e
adattabilità ai cambiamenti, come quelli imposti dal Covid. Il ministro delle Risorse minerarie e dell’Energia del Mozambico, Ernesto
Elias Max Tonela, ha parlato dei 3 progetti in esecuzione nel Paese, che porteranno nel 2024 a produrre oltre 20 milioni
di tonnellate l›anno di gas naturale. Il ministro ha ricordato che le aziende partner sono numerose e di diverse nazionalità,
ma nella scelta sono stati privilegiati i progetti con ricadute positive sull’economia locale e sulla formazione di risorse locali.
Maurizio Coratella, responsabile della Divisione E&C Onshore di Saipem, ha illustrato il progetto su cui l’azienda sta lavorando,
un progetto complesso, situato in un’area remota, con la presenza di poche infrastrutture di trasporto. “Una sfida enorme”, l’ha
definita, sia dal punto di vista sia tecnologico che logistico.
La produzione di gas in Mozambico - ha spiegato Coratella - è attualmente di 13,8 milioni di tonnellate di gas all’anno, ma
considerando anche l’impianto floating di Eni attualmente in costruzione, si potrà arrivare a 30 milioni di tonnellate all’anno.
G. Dos.
L’effetto combinato di questi fattori, invece, Non si tratta di una guerra tra
dovrebbe portare, secondo un’opinione condivisa universi in contrapposizione,
da quasi tutti i principali studi di scenario, a una
crescita complessiva della domanda di energia “quale quello delle risorse fossili,
primaria da soddisfare. e quello verde, rinnovabile.
Per l’industria dell’Oil&Gas il tema strategico
dominante è quindi quello di capire come tale La vera sfida è quella della
domanda verrà soddisfatta, per poter programmare sintesi, il saper cogliere il
strategicamente la sua ripresa. E i fondamentali meglio da due mondi, che sono
dicono che in tutti gli scenari il ruolo del petrolio
e del gas vede gli stessi coprire al 2040 ancora solo apparentemente distanti
un buon 40-50% della domanda, che collegato l’uno dall’altro
al fenomeno della depletion dei pozzi esistenti,
rende assolutamente imprescindibili ulteriori
investimenti nel settore esplorazione e produzione.
E più si ritarderanno tali investimenti, più andremo
incontro verso un pericolo opposto, ovvero di • Operativo: il settore deve incrementare
crisi dell’offerta che potrebbe impattare le nostre ulteriormente la sua capacità e velocità di
economie nei prossimi 5-10 anni. reazione per sopravvivere, attraverso il ricorso
I fondamentali per una ripresa dunque ci sono, ma a tecnologie innovative, alla digitalizzazione nei
è chiaro che per evitare di distruggere l’immenso processi produttivi, l’incremento della qualità
valore creato negli anni dall’industria petrolifera, delle forniture, il rispetto dei tempi di consegna,
sarà necessario riprendere il prima possibile con il la standardizzazione delle specifiche e
sanzionamento di nuovi progetti. l’ottimizzazione costi, l’aumento della
Ma i fondamentali non devono essere un alibi per produttività in ambito ingegneria, l’aumento
rallentare il processo di cambiamento strutturale del della produttività in ambito costruzione
settore. È questa infatti un’occasione determinante (tema ormai non più procrastinabile), la
per l’evoluzione strategica dello stesso, per un piena integrazione della supply chain tra
cambiamento di visione, e se nel caso della crisi contractor e fornitori e il ricorso più frequente
del 2014 il mantra è stato quello della riduzione alla modularizzazione, non intesa come
dei costi strutturali e dell’efficienza, questa volta, il soluzione estemporanea ma bensì come arma
dual shock ci ha insegnato che la parola chiave è: di efficientamento e riduzione dei tempi di
“flessibilità”. progetto. Oggi come non mai, la capacità di
Flessibilità da declinare su due principali livelli: evolversi tecnologicamente, unita alla capacità
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