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INGEGNERIA
La demolizione del viadotto
Polcevera, una delle massime
“espressioni della capacità
progettuale dell’ingegneria
italiana nel campo delle
strutture in cemento armato
precompresso, riguarda
un’opera estremamente
resistente, concepita per
sopportare carichi elevati,
ma allo stesso tempo
intrinsecamente fragile.
Conseguentemente, la
procedura adottata ha dovuto
considerare fasi propedeutiche
di messa in sicurezza e di test
funzionali per garantire in ogni
istante le condizioni
Figura 1 – Sistema di
bilanciamento della Pila 8 di massima sicurezza e stabilità
garantire che in ogni istante le lavorazioni avvenis- ti con peculiarità strutturali diverse. A Ponente il
sero in condizioni di massima sicurezza e stabilità. viadotto era costituito da una serie di otto pile
Le attività di smontaggio sono iniziate l’8 febbraio con colonne inclinate a forma di “V” incastrate
2019 e si sono concluse il 31 luglio 2019, con un alla base, con lunghezza media di 36 metri e al-
susseguirsi di lavori compresi in una finestra tem- tezza di 45 metri, reggenti elementi prefabbricati
porale continuativa di soli 168 giorni, che ha visto post-tesi in semplice appoggio tra una pila e l’al-
le imprese esecutrici riunite in ATI Omini SPA (Fa- tra (tamponi). A Levante erano presenti due sole
gioli spa, IREOS spa, IPE Progetti srl), collaborare grandi pile strallate con campate a sbalzo, lun-
a stretto contatto con un forte spirito collaborativo, ghezza complessiva di circa 180 metri e altezza
in un cantiere la cui complessità di carattere pro- totale di 90 metri in cima all’antenna porta-stralli,
gettuale e operativa è stata, anch’esse collegate tra di loro da un tampone in
a detta di tutti, eccezionale e semplice appoggio.
unica al mondo, in considera- Al fine di identificare lo stato di sollecitazione
zione anche del difficile e im- post-incidentale e le residue capacità resisten-
pegnativo cronoprogramma ti, l’intera opera è stata modellata agli elemen-
imposto delle amministrazio- ti finiti, e calcolata in tutte le sue fasi temporali
ni. La volontà, infatti, di resti- dalla costruzione al crollo, fino alla rappresenta-
tuire alla città di Genova un zione di tutti gli step intermedi dello smontaggio
ponte nuovo il prima possibile previsto a progetto. Sono stati valutati gli effetti
ha richiesto uno sforzo note- reologici della post-compressione e sono stati
vole, già a partire dalla demo- ipotizzati gli stati di decadimento prestazionale
lizione delle parti sopravvissu- dovuti al degrado per la prolungata esposizione
te al crollo del Ponte Morandi. agli agenti atmosferici. I modelli sono stati vali-
dati mediante prove in situ e i risultati sono stati
1. Le fasi confrontati con i dati iniziali del progetto originale
e con le valutazioni di altri studi effettuati durante
di messa la vita del viadotto nel corso dei successivi inter-
in sicurezza venti manutentivi.
Operativamente, in risposta a quanto emerso dai
e di collaudo calcoli, si è provveduto a ripristinare l’equilibrio
dell’opera delle strutture superstiti che, in seguito al crollo di
alcune parti, si sono trovate a sopportare carichi
fortemente asimmetrici a causa della mancanza
Al momento dell’inizio dei degli elementi strutturali crollati.
lavori, il viadotto si trovava E’ il caso della pila 8 che a causa della perdita della
diviso in due tronconi distin- trave tampone lato Levante, si trovava in forte con-
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