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menti di comunicazione (in particolare l’informazione on line) sia con la crescente esigen-
za di invogliare il pubblico alla lettura. Inoltre, si allarga la possibilità di pubblicare articoli in
inglese per godere di una maggior visibilità e diffusione della rivista a livello internazionale.
Anche la programmazione degli “Speciali” nel corso dell’anno, è il segno di un cam-
biamento volto a soddisfare sia la richiesta di visibilità da parte delle varie componenti
dell’Associazione sia l’esigenza di fornire conoscenze ed esperienze trasferibili nella pra-
tica del lavoro quotidiano dell’impiantista.
Verso il concetto di fliera
Un momento signifcativo nella vita dell’Associazione è stata la costituzione alla fne degli
anni Novanta della “Sezione componentistica”, primo momento di incontro e confronto
tra due mondi, quello dei contractor e quello dei fornitori, al di fuori del puro contesto
commerciale. Un primo ancor timido e forse non ben consapevole passo verso quel
concetto di “fliera” che sta diventando fondamentale per la competitività delle nostre
imprese in ambito internazionale. A tal proposito Marco Pepori, Delegato della Sezione
Componentistica, scrive nell’editoriale del numero di luglio/agosto del 1999:
È oramai evidente e chiaro a tutti che una società può avere successo
solo se dispone di un proprio indotto di fornitori competitivo e di qualità.
Questo è valido non solo per le grandi società di ingegneria che gestiscono
contratti multimiliardari, ma anche per la piccola società metalmeccanica
della Brianza, che a sua volta acquista all’estero più del 50% del suo
fatturato.
[…] L’Animp sta sempre più tentando uno sforzo, che è soprattutto
culturale, per spingere il mondo dei fornitori a innovarsi per rimanere
competitivo in qualunque mercato. Non sempre i discorsi sono facili, anzi
16 direi proprio il contrario.
(M. Pepori: Innovare per rimanere competitivi - Impiantistica Italiana,
luglio/agosto 1999)
Peraltro, l’impostazione di nuovi rapporti aziendali richiede soprattutto la nascita di pro-
fessionalità giovani e creative che, come osserva, con lungimiranza e lucidità, Maurizio
Gatti nell’editoriale del numero di maggio/giugno del 2001:
Nei prossimi anni non solo sarà necessario fare bene il proprio lavoro, ma
bisognerà avere un supporto continuo di idee per migliorare i metodi di
lavoro e proporre sistemi nuovi per sostituire quelli obsoleti.
Servono uomini con capacità intuitiva, spirito di frontiera e idee chiare.
Qualità che normalmente sono nel patrimonio genetico dei giovani.
I “vecchi” possono fare i manager, i progettisti, i consulenti, ma gli
ingegneri, quelli che concepiscono l’opera, la pianifcano e la realizzano
devono essere giovani.
Tutto ciò avverrà nel migliore dei modi solo se oggi sapremo preparare
bene i giovani ad affrontare il loro domani: un compito arduo ed
impegnativo, ma non impossibile.
(M. Gatti: Engineering contractor: un ruolo in costante evoluzione -
Impiantistica Italiana, maggio/giugno 2001)
Per promuovere nel mondo l’impiantistica italiana
Dal 2004 Impiantistica Italiana è affancata da Industrial Plants (Italian Engineering, Con-
tracting and Plant Components Suppliers) un numero annuale pubblicato in primavera
e completamente in lingua inglese. Lo scopo di questa iniziativa è soprattutto quello
di illustrare quanto la complessa fliera dell’impiantistica italiana (progettisti, contractor,
costruttori, fornitori di componenti e servizi ecc.) ha realizzato o è in grado di offrire al
mercato internazionale.