Page 30 - Impiantistica Novembre-Dicemvre 2015
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Il progetto “Green Refinery”                               perché individua un percorso alternativo alla mera

                             La realizzazione di un impianto industriale con tec-       chiusura di un sito industriale. La riconversione ha
                             nologia Ecofining è stata però frenata dagli alti co-
                             sti di investimento, troppo elevati rispetto a quelli      infatti consentito la riqualificazione di un sito indu-
                             richiesti per la produzione di FAME e quindi diffi-
                             cilmente accettabili dal mercato. Il maggior costo         striale esistente, che altrimenti sarebbe stato di-
                             rispetto al FAME, in termini sia di investimento sia
                             di costi operativi, non aveva quindi consentito di         smesso. Il sito è integrato con la realtà locale e la
                             passare alla industrializzazione della tecnologia.
                             Negli anni successivi però, il perdurare della crisi       sua riconversione ha avuto il pieno supporto degli
                             economica e la sensibile riduzione dei consumi
                             petroliferi ha accentuato il surplus di capacità di        attori economici locali poiché ha consentito il man-
                             raffinazione in Europa. Anche per Eni si pone il pro-
                             blema della riduzione della propria capacità produt-       tenimento sostanziale dei livelli occupazionali.
                             tiva. Nel 2011 Eni decide di chiudere la raffineria di
                             Venezia, prima raffineria costruita in Italia nel 1926,    Sfruttando le strutture impiantistiche esistenti e
                             che, tra quelle di proprietà dell’azienda, presentava
                             limitata capacità di lavorazione e un ciclo di raffi-      ampiamente ammortizzate, è stato possibile, con
                             nazione semplice, ipotizzando di trasformarla in un
                             deposito.                                                  un investimento complessivo di circa 170 milioni di

                                                                                        euro, realizzare una bioraffineria con una capacità

                                                                                        di lavorazione che, quando sarà a regime (“Step 2”

                                                                                        entro il 2017), raggiungerà 560.000 t/anno. L’im-

                                                                                        pianto è entrato in produzione a maggio 2014 (fi-

                                                                                        gura 5). Attualmente la capacità di lavorazione è di

                                                                                        circa 350.000 t/anno, bilanciata sulla disponibilità

                                                                                        di idrogeno prodotto con l’impianto esistente di re-

                                                                                        forming catalitico.

                                                                                        Con l’entrata in marcia della bioraffineria di Vene-

                                                                                        zia Eni produce autonomamente circa la metà del

                                                                                        proprio fabbisogno di biocarburanti per soddisfare

                                                                                        le prescrizioni delle Direttive Europee. L’impianto

                                                                                        a regime prevede una riduzione delle emissioni di

                                                                                        lNaOriXdeuzSioOn2eindeplepsaortriicsopleatttoivdamel e3n2t%e dreislp4e5tteo  65% e
                                                                                                                                                                     al pre-

                                                                                        cedente assetto di raffineria.

Fig. 5 – Progetto Green Refinery: due step                                              Sviluppi futuri: cariche
                                                                                        di seconda generazione
Fig. 5 - Discharge Resistor  In questo contesto nasce il progetto Green Refine-
                             ry, che consiste nella conversione di una raffineria       Attualmente la materia prima utilizzate è essenzial-
                             tradizionale in bioraffineria con tecnologia Ecofi-        mente olio di palma, data la sua ampia disponibilità
                             ning, riutilizzando le strutture esistenti per convertir-  sul mercato internazionale e il costo competitivo ri-
                             le in impianti idonei alla produzione di biocarburanti     spetto ad altre materie prime vegetali. L’olio di pal-
                             a partire da cariche vegetali. Questa idea innovativa      ma è approvvigionato direttamente da una società
                             è stata brevettata da Eni nel settembre 2012 (n.           controllata da eni senza avvalersi di intermediari ed
                             MI2012A001465).                                            è certificato secondo la norma ISCC (International
                             Il revamping di un impianto esistente consente di          Sustainability in Carbon Certification), una delle tre
                             ridurre drasticamente i costi di investimento di circa     norme riconosciute dall’Unione Europea. La certifi-
                             1/4 rispetto a un impianto con tecnologia Ecofining        cazione ISCC garantisce che:
                             di pari capacità costruito ex novo. Inoltre, si riduco-    •	 le piantagioni non siano localizzate su terreni
                             no sensibilmente i tempi di realizzazione.
                             Grazie a questa idea Eni decide, in alternativa alla             che presentano elevato valore di biodiversità
                             chiusura, di realizzare la bioraffineria di Venezia:             e/o elevato stock di carbonio;
                             prima bioraffineria al mondo ottenuta dalla conver-        •	 l’adozione di tecniche di coltivazione avanzate
                             sione di una raffineria tradizionale, utilizzando il suo         per la protezione di suolo, acqua e aria, il ri-
                             brevetto.                                                        spetto dei diritti umani, del lavoro e di proprietà
                             Il progetto ha una forte valenza strategica per Eni              dei terreni;
                                                                                        •	 la riduzione delle emissioni di gas a effetto
                                                                                              serra di almeno il 35% rispetto alle emissio-
                                                                                              ni derivanti dall’utilizzo di carburanti di origine
                                                                                              petrolifera.

                                                                                        Tuttavia, Eni intende gradualmente utilizzare cari-
                                                                                        che alternative di seconda e terza generazione, non
                                                                                        in competizione con il settore agroalimentare.
                                                                                        Nel primo semestre 2015 è già stato portato a ter-
                                                                                        mine con pieno successo il primo test industriale di
                                                                                        cariche di seconda generazione (oli vegetali esausti
                                                                                        da filiera nazionale). Sono inoltre in fase avanzata

28 Impiantistica Italiana - Novembre-Dicembre 2015
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