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Business Continuity e Disaster Recovery: 10 cose da sapere
Ogni anno un’azienda su cinque deve fronteggiare un problema di interruzione delle Operations e, tra chi ha accusato il colpo, ha
perso clienti e fatturato un’azienda su dieci.
Gli analisti di Xylem confermano come entro il 2025 l’80% delle organizzazioni è destinato a chiudere se non implementerà stru-
menti di Business Continuity Management Planning. Ma il livello di maturità e di consapevolezza nei confronti del BCMP è relativo:
oltre la metà delle aziende con un buon livello di BPCM (52%) non fa uso di questi strumenti.
Garantire la continuità del servizio è un must
Nelle aziende pubbliche e private i CEO sanno bene che gli eventi che impattano il business possono presentarsi in qualsiasi mo-
mento e sotto molte forme, sia che dipendano da cause naturali sia da attività umane. Guasti, mancanza di risorse, interruzione
dell’energia, terremoti, alluvioni, incendi o altre catastrofi naturali, sabotaggi, attacchi informatici, errori umani: le cause di un’in-
terruzione della continuità operativa possono essere diverse e concentrarsi sulla sicurezza e la tutela preventiva non basta. I piani
devono essere regolarmente rivisti, testati e aggiornati per riuscire a mantenere l’operatività del business.
Ecco una lista di 8 suggerimenti che gli esperti di Xylem Risk International hanno approntato per supportare aziende ed enti pubblici
a fronteggiare un’interruzione della continuità operativa a garanzia del miglior Citizen Relationship Management.
1) Pianificare in anticipo. La strategia migliore per garantire la Business Continuity è sempre la prevenzione (non la reazione). È
necessario anticipare gli imprevisti e predisporre un piano ben documentato e completo di Disaster Recovery e Business Continu-
ity, iniziando dalle attività più importanti.
2) Valutare il rischio. Oltre a valutare le esposizioni finanziarie e operative, le aziende dovrebbero valutare reti e modelli di business
per identificare i rischi, basando le decisioni su principi di risk management e identificando funzioni e processi aziendali critici per
sviluppare asset in grado di mantenere la continuità operativa.
3) Creare un solido ecosistema di partner. L’evoluzione della tecnologia, delle minacce e dei rischi impone aggiornamenti continui
e sempre più specialistici. Definire una strategia che contempli il supporto di business partner che dispongono di risorse disponibili
e prontamente utilizzabili in caso di necessità nei processi di recovery e continuity è un punto di forza.
4) Proteggere reti, sistemi e applicazioni critiche. La visione e la consapevolezza di quali risorse facciano parte del capitale da pro-
teggere è fondamentale. Stilare un inventario di strumenti, apparati e applicazioni critiche e valutarne le vulnerabilità rientra in una
metodologia che consente di determinare dove sia meglio posizionare questi servizi per ridurre eventuali interruzioni per catastrofi
naturali e garantire tempi di ripristino rapidi.
5) Struttura flessibile e reti affidabili. Business Continuity significa avvalersi di un’infrastruttura affidabile. Ecco perché è necessario
implementare reti che soddisfino i requisiti di banda e aiutino a mantenere la continuità operativa offrendo, allo stesso tempo, un
ritorno sugli investimenti.
6) Sviluppare programmi di telelavoro. Applicazioni per accesso remoto e conferencing aiutano a migliorare i tempi di recovery e
a permettere connessione e produttività dei dipendenti anche in circostanze estreme.
7) Educare e formare i dipendenti. Una buona azienda è il risultato delle persone che vi lavorano e di come queste condividono
tra loro le vision. Progettare un modello di business efficace basato sul lavoro distribuito, e assicurarsi che i dipendenti abbiano
formazione e strumenti adeguati per poter svolgere il proprio lavoro – in ufficio, in viaggio o a casa. Valutare le competenze, in modo
da individuare i requisiti necessari ai dipendenti per supportare la continuità operativa.
8) Rivedere, testare e aggiornare continuamente. Soprattutto quando c’è di mezzo la tecnologia, mai adagiarsi sui progetti fatti.
Dopo aver sviluppato un piano, lo stesso deve essere rivisto, testato e aggiornato. Un piano di Business Continuity è un documento
progressivo e business-critical; deve essere regolarmente aggiornato e collaudato durante tutto l’anno.
Perché stilarne un elenco? Perché la maggior parte dei progetti che ho seguito erano completamente svolti con Excel o con im-
provvisate iniziative dei dipendenti.
Di fronte a un blocco improvviso diventa impossibile avere visione d’insieme e coordinare le attività.
nerla al fine di minimizzarne gli effetti;
Inoltre ciascuna Company e ciascuna filiale sono • definire i ruoli e le responsabilità della Società,
tenute a emettere il proprio Operational Emergency in base ad accordi contrattuali, in merito alle
Plan (che include il piano di sicurezza dell’impianto, modalità con cui gestire l’emergenza in colla-
il piano locale di Sicurezza HSE, il piano di Emer- borazione con il cliente o che sia gestita dal
genza e di Gestione della evacuazione) laddove sia cliente stesso;
presente il personale e comunque dove esista la • attuare adeguate misure organizzative e forni-
possibilità che si verifichino eventi che identificati re regole di comportamento da seguire in caso
come appartenenti ad una situazione di emergenza di evento di un’emergenza;
o di crisi. • consentire alle funzioni aziendali interessate,
Lo scopo di questi documenti è di: ciascuna per propria competenza, di valutare
• affrontare tutte le possibili emergenze che si la situazione e adottare le misure più appro-
rilevano a seguito di un’analisi di potenziali priate per la protezione del personale;
scenari di emergenza; • assicurare la corretta ed efficace gestione del-
• definire ruoli e responsabilità, in conformità le potenziali emergenze individuate;
con il Piano di gestione della Emergenza, e • definire le procedure e i tempi per la frequen-
adottare le misure per la gestione delle situa- za delle esercitazioni rivolte alla gestione delle
zioni di rischio in caso di emergenza e conte- criticità;
Impiantistica Italiana - Marzo-Aprile 2020 55 55