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Il mondo e l’Italia
alla prova dell’energia
Secondo l’Agenzia Internazionale dell’Energia, il problema del futuro non è la
disponibilità delle risorse fossili, ma gli effetti collaterali della loro estrazione e
combustione. In questo quadro si inserisce la nuova Strategia Energetica Nazionale
(Sen), approvata nel novembre scorso, che si propone di conseguire molti target,
impegnativi e complessi, considerati realistici dai più, non eccessivamente ambiziosi
ma con numerosi e importanti effetti tecnologici e occupazionali.
Pierangelo Andreini
Politecnico di Milano
anni nel mondo saranno realizzati impianti di elettrici-
tà verde, equamente ripartiti tra fotovoltaico e eolico,
per 1000 GW di potenza. E ci si può credere, visto
che il piano quinquennale cinese al 2020 per 100 GW
di solo fotovoltaico è stato già realizzato con grande
anticipo.
Comunque sia, gli stessi dati prima elencati ci dicono
che, in ogni caso, il percorso verso la decarbonizza-
zione rimane lungo e che nei prossimi anni lo scena-
rio continuerà a essere dominato dalle risorse fossili.
Di qui la preoccupazione, non certamente per caren-
ze di approvvigionamento di queste risorse, dato che
trovarle è sostanzialmente un fatto puramente eco-
nomico.
Lo conferma il piano varato a inizio anno dalla nuova
amministrazione Usa “An America First Energy Plan”,
che oltre a una piena autonomia, facendo leva sul
carbone e sugli shale (oil e gas), prevede di rendere
gli States i secondi esportatori mondiali di gas na-
turale liquefatto (GNL). E questo, ovviamente, con il
econdo l’Aie, l’Agenzia Internazionale rischio di una bolla per il GNL nei prossimi anni se il
dell’Energia, la maggioranza del fabbi- prezzo del petrolio dovesse riprendere a salire, visto
sogno mondiale di energia primaria è che in questi giorni il brent supera i 60 dollari e che il
tuttora coperto per l’85,5% dalle risorse break-even per la conversione degli shale è di circa
fossili: per 1/3 il petrolio, per 1/4 il car- 25-35 dollari al barile.
Sbone e per 1/5 il gas. Più precisamen- Dunque, guardando al futuro, il problema non è la
te, i dati del 2016 dicono che il consumo mondiale disponibilità delle risorse fossili, per un fatidico esauri-
è stato di 13,3 GTep, con un incremento dell’1,8% mento come si è ripetutamente temuto negli anni, ma
rispetto all’anno precedente e di 2 GTep in dieci anni. quello legato agli effetti collaterali della loro estrazione
Il petrolio ne copre esattamente 1/3, 33,3% (in cre- e combustione, che ne costituiscono anche il limite. E
scita sul 2015 di mezzo punto percentuale per la ri- il più stringente, come si sa, perché globale, è quello
presa dei trasporti del dopo crisi), 28% il carbone, del surriscaldamento del clima, in agenda nell’ultimo
24,2% il gas, 4,6% il nucleare, 9,9% le rinnovabili, di meeting dell’Onu, iniziato il 7 novembre scorso a
cui però il 6,8% è l’idroelettrico. Le rinnovabili, quin- Bonn. È la 23a Conferenza delle Parti firmatarie del
di, sono una esigua minoranza, addirittura marginale, Protocollo di Kyoto del 1997 e del successivo accor-
3,1%, quanto a quelle pure, come eolico e solare. Ma do di Parigi del 2015, ma forse non tutti sanno che
la crescita di queste ultime è esponenziale e, anche a questa 23a Cop l’Europa si è presentata con una
se c’è chi dice che due volte poco rimane poco, i risoluzione di inizio ottobre del Parlamento europeo
progressivi raddoppi si stanno realizzando in tempi che chiede alla Commissione Ue di predisporre una
sempre più brevi. strategia per una decarbonizzazione totale al 2050,
Lo conferma sempre l’Aie, nell’ultimo rapporto del quindi il 100%, rispetto alla quota fissata preceden-
4 ottobre scorso, dove si legge che nei prossimi 5 temente dell’80%.
Impiantistica Italiana - Gennaio- Febbraio 2018 33